I rifiuti sono classificati, secondo l’origine, in rifiuti urbani e rifiuti speciali e, secondo le caratteristiche di pericolosità, in rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi. Essi vengono identificati attraverso codici EER che sono costituiti da 3 coppie di numeri:
- La prima coppia (Classe) identifica il settore di attività da cui deriva il rifiuto;
- La seconda coppia (Sottoclasse) identifica il processo produttivo di provenienza del rifiuto;
- La terza coppia (Categoria) identifica il nome del rifiuto.
La classificazione dei rifiuti deve essere effettuata sulla base delle “Linee guida sulla classificazione dei rifiuti” emanate dal Sistema Nazionale per la Protezione e la Ricerca Ambientale, con Delibera n. 105/2021 ed è sempre a cura del produttore del rifiuto.
Rifiuti pericolosi e HP di pericolo
Per rifiuto pericoloso si intende un rifiuto che presenta una o più caratteristiche di cui all’allegato I della parte quarta del Testo Unico Ambientale (T.U.A. D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152) e di seguito riportate:
HP1 “Esplosivo”: rifiuto che può, per reazione chimica, sviluppare gas a una temperatura, una pressione e una velocità tali da causare danni nell’area circostante. Sono inclusi i rifiuti pirotecnici, i rifiuti di perossidi organici esplosivi e i rifiuti autoreattivi esplosivi. | |
HP2 “Comburente”: rifiuto capace, in genere per apporto di ossigeno, di provocare o favorire la combustione di altre materie. | |
HP3 “Infiammabile”: Rifiuto liquido infiammabile rifiuto liquido il cui punto di infiammabilità è inferiore a 60 °C oppure rifiuto di gasolio, carburanti diesel e oli da riscaldamento leggeri il cui punto di infiammabilità è superiore a 55 °C e inferiore o pari a 75 °C; Rifiuto solido e liquido piroforico infiammabile rifiuto solido o liquido che, anche in piccole quantità, può infiammarsi in meno di cinque minuti quando entra in contatto con l’aria; Rifiuto solido infiammabile rifiuto solido facilmente infiammabile o che può provocare o favorire un incendio per sfregamento; Rifiuto gassoso infiammabile rifiuto gassoso che si infiamma a contatto con l’aria a 20 °C e a pressione normale di 101,3 kPa; Rifiuto idroreattivo rifiuto che, a contatto con l’acqua, sviluppa gas infiammabili in quantità pericolose; Altri rifiuti infiammabili aerosol infiammabili, rifiuti autoriscaldanti infiammabili, perossidi organici infiammabili e rifiuti autoreattivi infiammabili. | |
HP4 “Irritante — Irritazione cutanea e lesioni oculari”: rifiuto la cui applicazione può provocare irritazione cutanea o lesioni oculari. | |
HP5 “Tossicità specifica per organi bersaglio (STOT)/Tossicità in caso di aspirazione”: rifiuto che può causare tossicità specifica per organi bersaglio con un’esposizione singola o ripetuta, oppure può provocare effetti tossici acuti in seguito all’aspirazione. | |
HP6 “Tossicità acuta”: rifiuto che può provocare effetti tossici acuti in seguito alla somministrazione per via orale o cutanea, o in seguito all’esposizione per inalazione. | |
HP7 “Cancerogeno”: rifiuto che causa il cancro o ne aumenta l’incidenza. | |
HP 8 “Corrosivo”: rifiuto la cui applicazione può provocare corrosione cutanea. | |
HP 9 “Infettivo”: rifiuto contenente microrganismi vitali o loro tossine che sono cause note, o a ragion veduta ritenuti tali, di malattie nell’uomo o in altri organismi viventi. | |
HP 10 “Tossico per la riproduzione”: rifiuto che ha effetti nocivi sulla funzione sessuale e sulla fertilità degli uomini e delle donne adulti, nonché sullo sviluppo della progenie. | |
HP 11 “Mutageno”: rifiuto che può causare una mutazione, ossia una variazione permanente della quantità o della struttura del materiale genetico di una cellula. | |
HP 12 “Liberazione di gas a tossicità acuta”: rifiuto che libera gas a tossicità acuta (Acute Tox. 1, 2 o 3) a contatto con l’acqua o con un acido. | |
HP 13 “Sensibilizzante”: rifiuto che contiene una o più sostanze note per essere all’origine di effetti di sensibilizzazione per la pelle o gli organi respiratori. | |
HP 14 “Ecotossico”: rifiuto che presenta o può presentare rischi immediati o differiti per uno o più comparti ambientali. | |
HP 15 “Rifiuto che non possiede direttamente una delle caratteristiche di pericolo summenzionate ma può manifestarla successivamente”. |
Come gestire correttamente i rifiuti pericolosi?
Per la corretta gestione dei rifiuti pericolosi occorre un autocarro iscritto presso l’Albo Nazionale Gestori Ambientali e, quando previsto, autorizzato al trasporto secondo le normative ADR con autisti qualificati ed in possesso del patentino. La nostra Logistica Ambientale, società di servizi del Gruppo Porcarelli, dispone di mezzi di diverse tipologie a seconda della pericolosità e della tipologia di rifiuto da trasportare. Contattaci per maggiori informazioni, cliccando qui.