Ecomondo 2022 Gruppo Porcarelli

Gruppo Porcarelli a Ecomondo 2022

Dall’8 all’11 novembre 2022 si è tenuta a Rimini Fiera la XXV edizione di Ecomondo, evento dedicato alla transizione ecologica. Divenuta negli anni piattaforma di riferimento nell’area euro-mediterranea per l’economia circolare, la fiera si è chiusa con un bilancio estremamente positivo:

  • +41% di presenze totali rispetto al 2021;
  • +15% sull’edizione record 2019 (pre-pandemia);
  • raddoppio dei buyer esteri da 90 Paesi;
  • 1.400 brand espositori.

Tra gli espositori abbiamo fatto capolino anche noi di Gruppo Porcarelli. Presenti presso lo stand 180 del padiglione B3, abbiamo avuto modo di incontrare clienti e partner per consolidare il rapporto commerciale già in essere. Come ogni anno, inoltre, Ecomondo è un’ottima occasione per conoscere ed esplorare nuove possibili collaborazioni. Sono stati giorni di intensa attività e coinvolgimento, che hanno visto un proficuo confronto e un interessante scambio di idee, fondamentali per le realtà del nostro settore e per l’ambiente.

Ringraziando tutti coloro che hanno reso l’edizione di Ecomondo 2022 indimenticabile, vi diamo l’arrivederci per il prossimo anno.

La gestione dei rifiuti nella GDO

La gestione dei rifiuti nella GDO: intervista a Maurizio Zangrilli

La gestione dei rifiuti nei supermercati e ipermercati è un fattore determinante per garantire un futuro davvero sostenibile della nostra società. Il nostro responsabile dei rapporti commerciali con la GDO, Maurizio Zangrilli, ci spiega l’importanza della corretta gestione dei rifiuti prodotti. Ecco ciò che ne è emerso.

Partiamo dal suo ruolo in Gruppo Porcarelli.

Faccio parte dell’organico dell’ufficio commerciale della Logistica Ambientale dal gennaio 2010. Nella mia prima fase di collaborazione in azienda ho approfondito la mia conoscenza nell’ambito della gestione dei rifiuti affiancando per un periodo i miei colleghi nei vari settori aziendali. La GDO ha sempre avuto un ruolo di primaria importanza in azienda, ho cercato quindi di specializzare la mia formazione in questo ambito, ampliando la rosa dei servizi da offrire ai nostri clienti, proponendo le migliori soluzioni in termini di qualità e gestione del servizio di raccolta dei rifiuti. Nel corso di questi anni molte aziende importanti del settore, sia nazionali che multinazionali, hanno riposto in noi la loro fiducia e noi siamo orgogliosi di poterli annoverare tra i nostri clienti.

Cosa è la GDO e quale è il suo ruolo nell’economia circolare?

La gestione virtuosa dei rifiuti rappresenta il tassello più importante per applicare concretamente i principi dell’economia circolare. Non esiste sempre piena coscienza del valore aggiunto che può offrire la corretta raccolta dei rifiuti.

Come ben sappiamo quando si parla di Grande Distribuzione Organizzata (GDO) si intende generalmente un sistema di vendite al dettaglio che si articola attraverso diversi punti vendita controllati e gestiti da un’azienda principale, detta “Casa Madre”. I punti vendita in questione solitamente sono sviluppati su superfici relativamente ampie. Ciò fa capire, in minima parte la grande mole di rifiuti che può produrre una GDO, ed infatti, tali strutture hanno dimostrato di impattare in maniera importante sulla produzione di rifiuti alimentari e di imballaggi. Proprio una corretta gestione di ogni singolo rifiuto prodotto può fare la differenza, influenzando positivamente tutti i processi di lavorazione future. Proprio per la grande importanza che risiede nelle GDO noi di Gruppo Porcarelli, tramite la nostra società di servizi Logistica Ambientale, lavoriamo in stretta collaborazione con i nostri clienti per una corretta gestione dei rifiuti prodotti.

La gestione dei rifiuti nella Grande Distribuzione Organizzata è un fattore determinante per garantire un futuro davvero sostenibile della nostra società. È utile fare formazione ai dipendenti che si occupano del riempimento delle attrezzature per la raccolta?

Per nostra prassi aziendale, in fase di prima acquisizione del cliente viene eseguita una formazione da parte dei nostri operatori sul corretto funzionamento ed utilizzo delle attrezzature concesse in comodato d’uso. La corretta separazione delle varie tipologie di differenti rifiuti è il primo grande passo per l’esatta gestione degli stessi nell’intera filiera.

Selezionare bene, direttamente presso la sede produttiva, un rifiuto da imballaggio senza contaminazioni apporta un enorme vantaggio, non solo ambientale ma anche economico. Il cliente, se formato bene, è il primo anello della catena per garantire un corretto recupero di un rifiuto che può diventare risorsa.

La GDO si trova a gestire per lo più rifiuti non pericolosi, ma in quantità molto importanti. Come è possibile gestire correttamente la mole di rifiuti che arrivano poi in impianto?

La Logistica Ambientale, da sempre, investe sul continuo rinnovo del proprio parco mezzi ed attrezzature offrendo ai propri partner le migliori soluzioni tecniche, operative ed economiche che possano rispecchiare al meglio le esigenze del cliente. Si propone così un servizio su misura, che viene costruito partendo dal sopralluogo conoscitivo delle aree messe a disposizione per la gestione dei rifiuti, proponendo le migliori attrezzatture per strutturare un servizio di raccolta efficiente.

Una tipologia di rifiuti i cui quantitativi in GDO sono davvero significativi è quella dei rifiuti da imballaggio. Esistono tecnologie in grado di migliorare la raccolta di questi rifiuti? Come vi state organizzando come gruppo?

Grazie all’utilizzo di mezzi idonei e specifici per la raccolta dei rifiuti da imballaggio riusciamo ad aumentare i quantitativi trasportati per singolo viaggio, riducendo drasticamente il numero dei trasporti. In questo modo traiamo benefici soprattutto ambientali, riducendo le emissioni di CO2.

responsabilità estesa del produttore

Responsabilità estesa del produttore: articoli 178-ter e 178-bis

La Responsabilità Estesa del Produttore, o EPR che sta per Extended Producer Responsibility, rappresenta un’importante tassello in materia di legislazione ambientale. Il 26 settembre 2020 entra in vigore il D.Lgs. 116/2020 che comprende le quattro direttive del “Pacchetto Economia Circolare” dell’Unione Europea. Tale Decreto interviene profondamente sul Testo Unico Ambientale (T.U.A.), infatti con i nuovi art. 178-bis e 178-ter si istituiscono nuovi regimi di Responsabilità Estesa del Produttore, da definire con successivi decreti ministeriali.

L’obiettivo dell’ERP, è quello di assegnare al produttore la responsabilità del prodotto immesso sul mercato anche nella fase di post consumo, attribuendogli:

la responsabilità finanziaria e operativa della gestione della fase del ciclo di vita in cui il prodotto diventa un rifiuto, incluse le operazioni di raccolta differenziata, di cernita e di trattamento. Tale obbligo può comprendere anche la responsabilità organizzativa e la responsabilità di contribuire alla prevenzione dei rifiuti e alla riutilizzabilità e riciclabilità dei prodotti”.

Le specifiche del 178-ter e del 178-bis

L’art. 178-ter, introdotto dal comma 3 dell’articolo 1 del Dlgs 116 del 2020, definisce i contenuti minimi che devono avere i regimi di responsabilità estesa del produttore, come introdotti dal paragrafo 9 dell’art. 1 della direttiva 851/2018. 

I regimi di responsabilità estesa del produttore devono: 

  • definire chiaramente ruoli e responsabilità di tutti gli attori coinvolti, compresi i produttori che immettono prodotti sul mercato dello Stato membro, le organizzazioni, i gestori pubblici e privati dei rifiuti, le Autorità locali, gli operatori per il riutilizzo e la preparazione per il riutilizzo e le imprese dell’economia sociale; 
  • definire obiettivi di gestione dei rifiuti volti a conseguire gli obiettivi quantitativi rilevanti per il regime di responsabilità estesa del produttore di cui alla direttiva rifiuti (direttiva 2008/98) e alle direttive imballaggi (direttiva 94/62), pile (direttiva 2006/66), veicoli fuori uso (direttiva 2000/53) e Raee (direttiva 2012/19) e, ove opportuno, altri obiettivi quantitativi e/o qualitativi considerati rilevanti per il regime di responsabilità estesa del produttore; 
  • garantire la presenza di un sistema di comunicazione delle informazioni dei prodotti immessi sul mercato e dei dati sulla raccolta e sul trattamento di rifiuti risultanti da tali prodotti; 
  • prevedere l’adempimento degli oneri amministrativi a carico dei produttori e importatori di prodotti, nel rispetto del principio di equità e proporzionalità in relazione alla quota di mercato e indipendentemente dalla loro provenienza; 
  • assicurare che i produttori del prodotto garantiscano la corretta informazione ai detentori di rifiuti interessati circa le misure di prevenzione dei rifiuti, i centri per il riutilizzo e la preparazione per il riutilizzo, i sistemi di ritiro e di raccolta dei rifiuti e la prevenzione della dispersione dei rifiuti, nonché le misure per incentivare i detentori di rifiuti a conferire i rifiuti ai sistemi esistenti di raccolta differenziata, in particolare, se del caso, mediante incentivi economici. 

L’art. 178-bis, invece, disciplina  i criteri e le modalità di attuazione della responsabilità estesa del  “produttore del prodotto” ( inteso come qualsiasi persona fisica o giuridica che professionalmente sviluppi, fabbrichi, trasformi, tratti, venda o importi prodotti), nell’organizzazione del sistema di gestione dei rifiuti,  e nell’accettazione dei prodotti restituiti e dei rifiuti che restano dopo il loro utilizzo. 

Obblighi e sanzioni per la responsabilità estesa del produttore

La principale innovazione introdotta in materia di EPR riguarda l’istituzione di un Registro Nazionale dei Produttori, al quale dovranno iscriversi tutti i soggetti sottoposti al nuovo regime di responsabilità e nell’ambito del quale saranno previste sanzioni amministrative e pecuniarie nel momento in cui si verificasse la mancata o incompleta trasmissione dei dati.

Nonostante ad oggi manchino i decreti che daranno attuazione all’EPR in Italia, la Responsabilità Estesa del Produttore presenta le potenzialità per aprire le porte a nuove opportunità di innovazione di processo e di scelta di materiali alternativi, oltre a favorire lo sviluppo di un mercato dell’upgrading, del riuso e del riciclo.

A tale fine diventano importanti temi quali l’informazione verso il pubblico, l’adozione di programmi di prevenzione dei rifiuti, il miglioramento del prodotto a partire dalla fase di progettazione in modo da favorire l’estensione del tempo di vita utile del prodotto, la riutilizzabilità, la riparabilità, la riciclabilità ed il recupero dei componenti e dei materiali.

Mentre per quanto riguarda la responsabilità finanziaria, l’attenzione viene posta sulla definizione del modello di attribuzione del costo, che dovrà rispettare i criteri di trasparenza verso i consumatori e di equilibrio in termini di competitività sul mercato, senza però essere addossato alla collettività.

End of Waste carta e cartone

End of Waste carta e cartone

L’End of Waste carta e cartone è stato introdotto dal D.M. 188/2020 del 24 settembre 2020. Tale Decreto Ministeriale stabilisce i criteri della cessazione di qualifica di rifiuto per la carta ed il cartone, ponendo i materiali recuperati sullo stesso piano delle materie prime.

L’Italia, che ha una tradizione centenaria nel riciclo della carta, è sempre stata pioniera nella sua valorizzazione. Dapprima con il riconoscimento di Materia prima secondaria alla carta proveniente dalle operazioni di recupero e riciclo, ed oggi, primi in Europa, con il riconoscimento di End Of Waste, (EOW). Tale denominazione indica che il materiale di scarto ha cessato la sua qualifica di rifiuto e che può, quindi, ritornare sul mercato come un prodotto per l’industria al pari di una materia prima vergine, senza più i vincoli che esistevano per le Materie Prime seconde.

Tutto ciò permetterà un più largo utilizzo di questo materiale e favorirà un’economia dei “rifiuti riciclati” come vero motore della economia circolare.

L’End of Waste carta e cartone e i benefici per l’ambiente

I benefici per l’ambiente sono tangibili in quanto gli impianti autorizzati a produrre EOW devono applicare un sistema di gestione qualità conforme alla UNI EN ISO 9001. Infatti, il manuale del sistema di gestione deve contenere le procedure operative per il controllo delle caratteristiche di conformità alla norma UNI EN 643 e il piano di campionamento (art. 6).

Il possesso della norma UNI EN ISO 9001 è necessario per poter dimostrare il rispetto dei requisiti del Decreto, pertanto, deve essere già “attiva” al momento della presentazione dell’aggiornamento della comunicazione o dell’istanza di aggiornamento dell’autorizzazione.

L’adozione del regolamento EMAS o il possesso della certificazione ambientale UNI EN ISO 14001 permettono di ridurre a 6 mesi il periodo di conservazione del campione prelevato per la verifica di conformità ed al termine del processo in impianto, il produttore deve redigere la Dichiarazione di conformità dei materiali appena lavorati.

Dobbiamo inoltre ricordare che, i risultati operativi del Decreto consentono alle aziende di adeguarsi ai requisiti normativi, confermando la validità delle autorizzazioni all’esercizio delle aziende che operano nel settore del recupero di carta e cartone. Inoltre, tale D.M., ha dato la possibilità di commercializzare un prodotto non più qualificato come MPS (materie prime secondarie), ma come carta e cartone End of Waste (EoW).

L’EoW ed Economia Circolare

Riciclare i rifiuti ricavandone nuove materie prime è uno dei principali modi per ridurre il consumo di risorse primarie, approccio indispensabile per raggiungere la sostenibilità. Tutto ciò comporta un importante passo in avanti nella gestione responsabile delle risorse, nel prolungamento della vita dei materiali che vengono diffusi nell’ambiente e nella creazione di un’ulteriore fonte da cui ricavare la materia prima.

Dobbiamo ricordare che il settore del recupero e del riavvio della carta all’ambito produttivo funge da traino per quanto riguarda i processi di circolarità. Nel nostro Paese, infatti, il recupero della fibra da riciclo incide sul 60% della produzione cartaria. Nel comparto dell’imballaggio il tasso di riciclo ha raggiunto la ragguardevole percentuale dell’80%, ponendo il Paese in anticipo rispetto alle direttive europee, che richiedono entro il 2030 di raggiungere la soglia dell’85% di recupero. Inoltre, il riciclo della carta consente di diminuire drasticamente i rifiuti che vengono poi conferiti in discarica.

Grazie a Ricicla Centro Italia, impianto di Monte Compatri del Gruppo Porcarelli, riusciamo a dare nuova vita a carta e cartone chiudendo così il cerchio virtuoso della Circular Economy. Ricicla, rappresenta uno degli impianti di selezione di rifiuti cartacei più efficienti ed importanti, grazie alle sue 16 postazioni di cernita. Oltre 100.000 tonnellate di rifiuti cartacei annualmente vengono valorizzati nel nostro impianto attraverso un processo di selezione, cernita e raggruppamento per frazioni merceologicamente similari, ottenendo materie prime secondarie da destinare alle cartiere nazionali ed estere per la produzione di nuova carta.

27° rapporto

27° Rapporto Annuale Comieco sulla raccolta differenziata di carta e cartone in Italia

Dal 27° Rapporto annuale sulla raccolta differenziata di carta e cartone è emerso che l’Italia, ancora una volta, è prima in Europa per quanto riguarda la sostenibilità. Per il secondo anno consecutivo, infatti, si è raggiunto l’obiettivo europeo del 2030 per il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici fissato all’85%, sia attraverso le raccolte differenziate comunali, sia con i flussi di imballaggi intercettati presso aziende e grandi utilizzatori.

A livello nazionale i volumi complessivi di raccolta comunale superano i 3,6 milioni di tonnellate. Per capire meglio l’incremento del 3,2%, ovvero 111 mila tonnellate, è come se si fosse aggiunta la raccolta annuale di tre regioni: Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna e Molise.

Per la prima volta la media nazionale della raccolta pro-capite supera i 60,8 Kg.

Si può affermare che questi dati ammortizzano gli effetti negativi dell’inquinamento e che quindi può contribuire indirettamente all’equilibrio climatico. Un bel segnale per la cosiddetta transizione ecologica che quindi da noi in questo settore è già realtà.

I dati saliente raccolti da Comieco riguardano:

  • 91,4% tasso di recupero degli imballaggi cellulosici;
  • 85,1% tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici; 
  • 3,6 milioni di tonnellate di carta e cartone raccolte.

Focus per macroarea

Quali sono i dati rilevanti per macroarea? Eccoli di seguito.

NORD:

Con un attivo di 36 mila tonnellate in più, nel 2021 il Nord recupera quanto perso nel 2020 e lo fa soprattutto con il contributo di +21 mila tonnellate dall’Emilia Romagna, con una raccolta pro-capite arrivata a 88,4 Kg/ab-anno. In termini di volumi assoluti è la Lombardia che con 573 mila tonnellate rappresenta da sola circa il 16% di tutta la raccolta comunale di carta e cartone nel Paese.

CENTRO:

Scendendo lungo la penisola, al centro il dato positivo sfiora le 37 mila tonnellate (+4,5%) anche in questo caso recuperando, con gli interessi, la contrazione registrata lo scorso anno. Tutte le regioni fanno un passo avanti ma emerge la Toscana che incide per quasi il 50% nella crescita dell’area, probabilmente grazie alla ripresa delle attività economiche legate al turismo.

SUD:

La palma d’oro dell’incremento percentuale spetta al Molise (+17,4%) ma è dalla Sicilia che arriva il maggior contributo in termini di volumi assoluti: 14 mila tonnellate di carta e cartone intercettate in più rispetto al 2020 e ancora ampio spazio di crescita per i prossimi anni. Il dato pro-capite del Sud (46,9 Kg/ab- anno) resta ancora inferiore alla media nazionale. La Sardegna con 60,6 Kg/ab- anno, si riconferma al primo posto tra le regioni meridionali e allineata al valore medio nazionale.

Record per il consumo interno di carta recuperata

Nel 2021 in Italia si è superato per la prima volta i 6 milioni di tonnellate (+16% rispetto al 2020). L’aumento della capacità di riciclo interna al Paese e l’incremento della domanda di imballaggi cellulosici hanno, quindi, quasi dimezzato l’export netto che nel 2021 è pari a 948 mila tonnellate (-41% rispetto al 2020). Ciò dimostra un’economia verde sempre più circolare anche sulle distanze. A fronte di 5,2 milioni di tonnellate di imballaggi immesse al consumo (11,1 % sul 2020) , circa 4,5 milioni sono state avviate al riciclo, 334 mila tonnellate sono state recuperate come energia.

Un fattore che non può essere tralasciato è il valore della carta recuperata. Dopo oltre 2 anni (dal 2018 al I semestre 2020) di quotazioni a livello minimo, la domanda di materia prima interna ed estera ha portato ad una forte e repentina risalita dei prezzi, iniziata negli ultimi mesi del 2020 e che prosegue ancora nella prima parte dell’anno in corso. I valori registrati dalla Camera di Commercio di Milano si pongono ai massimi storici, anche oltre ai picchi risalenti ad oltre 10 anni addietro (metà del 2011).

In conclusione

In definitiva l’andamento è positivo, ma c’è ancora ampio margine di miglioramento

Il trend di crescita nazionale deve svilupparsi su un doppio binario: più quantità, ma anche più qualità. Se, infatti, la raccolta del cartone presso le attività commerciali si conferma su standard di eccellenza (frazioni estranee = 0,79%), sul versante “famiglie” in media circa il 50% delle quantità gestite da Comieco necessita di una lavorazione industriale per il raggiungimento di livelli soddisfacenti, percentuale che al Sud arriva al 75%. Assicurare la migliore qualità già in fase di raccolta diventa quindi essenziale per migliorare l’efficienza e l’economicità lungo tutta la filiera del riciclo.

L’impegno, di ogni singolo impianto, come la nostra Ricicla Centro Italia ha fatto sì che tutto questo possa realizzarsi.

omologa rifiuti

Omologa rifiuti: cos’è, a cosa serve e quando si compila

L’omologa rifiuti è il processo che consente di individuare le caratteristiche chimiche, fisiche e merceologiche di un rifiuto. La suddetta ha quindi l’obiettivo di garantire l’idoneità e l’efficacia delle lavorazioni cui il rifiuto sarà sottoposto. Omologare, infatti, significa letteralmente riconoscere omologo cioè corrispondente, conforme ad una legge a un regolamento a norme o disposizioni determinate.

Essa deve essere compilata ad ogni variazione significativa del processo originante i rifiuti e, comunque, almeno una volta all’anno.

Procedura di omologa rifiuti

La procedura di omologa prevede la verifica di corrispondenza delle caratteristiche del rifiuto in accettazione con quelle fornite in fase di programmazione del conferimento tramite apposita documentazione redatta dal produttore/detentore del rifiuto.

Infatti, il gestore dell’impianto predispone una scheda descrittiva del rifiuto che deve essere compilata in ogni sua parte dal produttore/detentore del rifiuto. Ciò perché quest’ultimo deve essere in grado di fornire le informazioni sul rifiuto prodotto dalla sua attività.

Le informazioni che sono da specificare riguardano le caratteristiche qualitative e quantitative e, se richiesto, bisognerà affiancare anche un certificato di analisi redatto secondo la normativa vigente e da eventuale ulteriore documentazione (es. scheda tecnica del materiale costituente il rifiuto, scheda di sicurezza, ecc. Tale procedura è da eseguire per garantire l’idoneità e l’efficacia delle lavorazioni a cui il rifiuto sarà sottoposto in impianto.

Infatti, la documentazione riporta diversi aspetti, come:

  • sezione anagrafica del cliente;
  • fonte ed origine dei rifiuti;
  • informazioni circa il processo che ha prodotto i rifiuti (descrizione e caratteristiche delle materie prime e dei prodotti);
  • aspetto dei rifiuti e caratteristiche merceologiche (odore, colore, morfologia);
  • CER;
  • classi di pericolo;
  • metodiche di campionamento impiegate per il prelievo dei campioni di rifiuto;
  • quantità di rifiuto accumulata;
  • periodo previsto per il conferimento;
  • frequenza e quantità presunta di conferimento;
  • modalità di confezionamento;
  • firma e timbro del produttore.

Al termine di questo controllo preventivo, la fase di accettazione del rifiuto prevederà, in occasione di ogni conferimento, la verifica di corrispondenza tra le caratteristiche del materiale con quelle fornite tramite documentazione di omologa redatta dal produttore in fase preliminare.

Nel caso si verifichino difformità tra il carico pervenuto all’ingresso dell’impianto e ciò che è dichiarato sulla documentazione può verificarsi una sospensione dell’omologa, l’interruzione dei conferimenti e il respingimento del carico dei rifiuti.

Se invece c’è compatibilità tra il rifiuto e la scheda, si consegue l’omologazione del rifiuto, ossia la dichiarazione della sua accettabilità in impianto. Il carico, quindi, viene accettato nell’impianto e la responsabilità in capo al produttore/detentore di quanto accade successivamente al rifiuto dopo il suo conferimento cessa con la ricezione della quarta copia del formulario di trasporto, controfirmato e datato in arrivo dal destinatario.

In conclusione, possiamo affermare che le procedure di omologa non è affatto una formalità, in quanto una gestione dei rifiuti effettuata correttamente fin dal principio permette di evitare di incorrere nelle sanzioni previste.

Presso i nostri impianti è possibile conferire i rifiuti con specifiche modalità operative. Contattaci per maggiori informazioni.

team logistica ambientale

Team Logistica Ambientale: intervista al DS Marco Caruso

Cinque anni fa nasceva il Team Logistica Ambientale. Conosciamo meglio i nostri ragazzi tramite le parole del loro Direttore Sportivo Marco Caruso:

INIZIAMO PARLANDO DEL SUO RUOLO NEL TEAM

Come Direttore Sportivo dirigo la squadra e mi occupo di decisioni in merito ad obiettivi, strategie e organizzazione della stessa. Dalla preparazione delle tabelle di allenamento fino all’organizzazione delle trasferte, il mio compito è garantire il perfetto funzionamento del team.

Oltre al ruolo dirigenziale previsto, è importante anche l’impostazione sociale ed emotiva verso i ragazzi. La loro crescita psicofisica, infatti, è un elemento fondamentale, che va oltre i risultati.

IL TEAM NASCE 5 ANNI FA. COSA RICORDA DEI PRIMI TEMPI?

Siamo partiti con un gruppo di “Giovanissimi” che sono cresciuti fino a diventare ciclisti motivati e attenti. Sudore, vittorie e sconfitte hanno costellato la vita di questo team fino a diventare una squadra di 20 atleti agonisti, divisi in giovanissimi, juniores, allievi ed esordienti, per competizioni su pista e su strada.

Grazie ad un dispendio fisico ed economico siamo riusciti ad ottenere un gruppo sempre più nutrito e allo stesso tempo siamo riusciti a mantenere tutte le categorie.

CI RACCONTI DEI RAGAZZI, COME SONO CRESCITI E COSA SI ASPETTA DA LORO PER IL FUTURO?

Impegnarsi per far vincere il team e non solo sé stessi è uno dei principi cardini del ciclismo e questo fa crescere molto.

Penso di aver fatto un buon lavoro nel trasmettere rigore in quel che si fa. Infatti, in questi anni, sono stati proprio i ringraziamenti dei miei ex corridori a farmi capire che ho seminato qualcosa che va oltre lo sport.

Proprio il lavoro fatto con i ragazzi ogni giorno, mi fa sperare che per loro ci sia sempre spazio in una società in continuo cambiamento. Infatti, l’adattamento alle situazioni in gara prepara ogni singolo componente ad affrontare al meglio le difficoltà. Pertanto, per il futuro mi auguro che tutti riescano a ricordare di essere stati ciclisti e sportivi per affrontare al meglio tutto ciò che la vita gli riserva. Infine, sotto l’aspetto puramente sportivo, spero di portare qualche ragazzo al professionismo.

QUAL È LA GARA CHE PIÙ L’HA ENTUSIASMATA?

Le vittorie sono state tante, ed è difficile trovare la gara che più delle altre ha dato emozioni. Sinceramente mi emoziono sempre quando vedo i miei ragazzi lottare e cercare la vittoria.

Quando i ragazzi mi danno fiducia ed eseguono le mie direttive andando a vincere, gioire con loro per i risultati conseguiti è un’emozione che non ha prezzo.

COME, SECONDO LEI, GRUPPO PORCARELLI HA CONTRIBUITO ALLA CRESCITA DEI RAGAZZI?

Gruppo Porcarelli è stato determinante per noi, in quanto ci ha proiettato in una dimensione completamente diversa. Siamo passati da essere una piccola squadra del Lazio ad essere una delle squadre più vincenti d’Italia.

È un cammino iniziato per pura casualità, quando Andrea Porcarelli correva con noi, diventando poi un percorso di crescita per tutti i ragazzi.

Ad oggi spero di aver ripagato con le nostre vittorie e i nostri tanti piazzamenti l’incredibile sostegno che Gruppo Porcarelli ci ha dato, portando un’immagine di squadra e di professionalità sul campo gara rappresentativa del Gruppo.

certificazione 14001

Certificazione 14001: perché è importante per l’ambiente

La certificazione 14001 raccoglie degli standard qualitativi ambientali alle quali le aziende e le organizzazioni devono conformarsi, per vedersi attribuire tale riconoscimento. In altre parole, l’azienda o l’organizzazione stabilisce di attuare e migliorare un proprio sistema di gestione ambientale, garantendo una conformità alle norme di legge, la gestione ambientale in modo efficace ed efficiente, e consentendo di individuare e pianificare gli interventi di miglioramento attraverso il monitoraggio dei risultati ambientali in materia di territorio.

Nell’iter che consente di diventare una azienda certificata UNI EN ISO 14001 vengono fissate anche le responsabilità specifiche in materia ambientale.

La certificazione, una volta attribuita, sigla l’impegno preso nel definire, applicare e mantenere attive le condizioni che hanno concesso il conseguimento di tale traguardo. Ciò significa che l’azienda è chiamata a rispettare con continuità gli standard e i requisiti imposti.

Vantaggi della certificazione 14001

Il conseguimento di tale certificazione è vantaggioso sotto molti punti di vista.

Tra i vantaggi principali vi è quello per l’ambiente. Attuare un Sistema di Gestione Ambientale significa un utilizzo cosciente delle risorse. La capacità di riconoscere il proprio impatto ambientale permette di applicare strategie coerenti per un minor inquinamento di suolo, aria e acqua. Garantendo così, non solo un operato più consapevole ma anche più sostenibile.

Un altro vantaggio lo possiamo ritrovare nel riflesso che tale certificazione ha sull’immagine aziendale, in considerazione dell’aumentata sensibilità ambientale dell’opinione pubblica. Oltre all’accrescimento del valore che comporta tale riconoscimento, si acquisisce anche maggior autorevolezza nell’ambito del posizionamento sul mercato. La certificazione 14001 infatti, permette di

  • accedere a gare di appalto per le quali tale certificazione è citata come requisito essenziale;
  • abbattimento dei costi ambientali diretti e indiretti;
  • maggior efficienza a livello sia operativo che direttivo, con conseguente risparmio economico.

Infine, e non per importanza, vi è il vantaggio per i clienti. Affidarsi ad un’azienda certificata per le proprie partnership consente di massimizzare gli sforzi in ambito di tutela ambientale.

Del Gruppo Porcarelli, sono dotate della certificazione UNI EN ISO 14001:2015 le società: Porcarelli Gino & CO. (impianti di trattamento rifiuti), Logistica Ambientale (società di servizi) e Ricicla Centro Italia (impianto per la valorizzazione ed il commercio di carta e cartone).

L’efficienza organizzativa portata dalla certificazione dei sistemi di gestione qualità e ambiente deriva anche e soprattutto dal coinvolgimento dei diversi livelli dell’organizzazione nel raggiungimento di un obiettivo comune e dalla standardizzazione di gran parte delle procedure interne.

L’adozione di un sistema di certificazione ambientale è un vero e proprio strumento di gestione e controllo degli impatti negativi sull’ambiente (con opportunità di riduzione degli sprechi energetici e di materie prime) e dei propri obblighi di legge sia in termini di rispetto delle scadenze sia per quanto riguarda il recepimento degli aggiornamenti legislativi. In più, tali sistemi determinano uno stimolo a innovare attraverso l’attivazione di nuovi investimenti per consentire il bene comune partendo dall’ambiente.

team logistica ambientale

Team Logistica Ambientale: weekend di vittorie!

Il weekend appena trascorso ha visto le vittorie di Chinellato e Attolini in Umbria.

Con due fughe solitarie sia Attolini che Chinellato si aggiudicano il Trofeo Biesse Medica a Mocaiana.

Gara molto veloce quella riservata alla categoria esordienti, che ha visto vincitore Chinellato, sin dalle prime battute con scatti e controscatti, ma nel finale è il portacolori del Team laziale a trovare i tempi giusti e a giungere tutto solo al traguardo dopo 10 km da solo. Bene i suoi compagni di squadra Alonzo e Colaceci al rientro oggi dopo un lungo stop per un problema fisico.

Tra gli allievi, invece, gara sempre all’attacco per i ragazzi del Team Logistica Ambientale con Zezza e Caon tra i più attivi. A 15 km dall’ arrivo a provarci è Attolini che coglie il momento giusto e guadagna subito sul gruppo. Il corridore guidato da Caruso ci crede e arriva da solo a braccia alzate .

“Dopo la vittoria in Toscana e i tanti piazzamenti sapevamo che Mattia Chinellato poteva regalarci un’altra vittoria e non ci ha deluso – ha commentato il DS Marco Caruso – ha colto il momento giusto ed ha vinto in solitudine dimostrando tutte le sue doti.  Attolini ha dimostrato di essere un ottimo corridore e oggi con astuzia e forza ha conquistato una vittoria importante che ci fa ben sperare per il futuro. Questa due vittorie danno tanto morale ai ragazzi, speriamo arrivino ancora altre vittorie.”

intervista unirima

L’importanza degli impianti che riciclano carta e cartone: intervista all’Ing. Francesco Sicilia Direttore Generale di Unirima

Il settore della raccolta e del recupero di carta e cartone è un comparto storico dell’industria green in Italia. Per raccontare l’importanza degli impianti di produzione di materie prime secondarie abbiamo intervistato l’Ing. Francesco Sicilia, direttore generale di Unirima.

Iniziamo parlando di cosa è UNIRIMA l’Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri e dell’importanza di fare Associazionismo in questo settore.

UNIRIMA è un’associazione di categoria autonoma nata dalla fusione di Unionmaceri e Federmacero per dare voce unitaria alle due anime del settore ovvero gli “Impianti di Recupero/ Riciclo carta” e “Commercianti di carta da macero” e rappresentare e tutelare le imprese attive nel settore della raccolta e del recupero, riciclo e commercializzazione della carta da macero. Le principali attività delle imprese associate sono pertanto:

  • la gestione degli impianti di trattamento rifiuti autorizzati alle operazioni di recupero/riciclo per la produzione di carta materia prima – end of waste (c.d. “carta da macero”) ai quali vengono conferite le raccolte differenziate di carta e cartone provenienti sia dai Comuni che dalle attività commerciali, artigianali, industriali e di servizi;
  • il commercio della “carta da macero”.

La rappresentanza istituzionale è uno strumento fondamentale per porsi come interlocutori credibili nei confronti dei soggetti pubblici e privati per sostenere, promuovere e tutelare le istanze degli associati. L’associazione consente ai rappresentanti delle imprese di essere presenti in ambito nazionale ed internazionale ai più importanti tavoli istituzionali del settore, sia tecnici che politici.

Quale è il ruolo degli impianti che riciclano la carta ed il cartone come Ricicla Centro Italia, l’impianto di Monte Compatri del Gruppo Porcarelli nell’ambito della economia circolare?

Il settore del trattamento dei rifiuti di carta e cartone annovera in Italia circa 600 impianti di recupero/riciclo ai quali vengono conferite le raccolte differenziate di carta e cartone provenienti dai Comuni e dalle attività economiche. La loro localizzazione è piuttosto capillare ed omogenea, infatti, in termini di rapporto tra il numero di abitanti e quello degli impianti, il dato fra Nord, Centro e Sud è pressoché identico. Il nostro Paese ha superato con dieci anni di anticipo il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici fissato all’85% dalla Comunità Europea da raggiungere entro il 2030. Il valore quest’ultimo che si colloca ben al di sopra della media europea, a dimostrazione di come le imprese italiane del settore siano efficienti. Gli impianti del riciclo della carta, come appunto Ricicla Centro Italia, rappresentano il centro nevralgico dell’economia circolare e producono un vero e proprio valore aggiunto su scala internazionale per il nostro Paese.

Come sta cambiando il vostro settore e quali saranno le prossime sfide che dovrete affrontare?  

Occorre garantire alle imprese la possibilità di innovare, partendo soprattutto da un consistente ammodernamento impiantistico. Si tratta di una condizione irrinunciabile per raggiungere e conseguire gli obiettivi fissati dal Pnrr. Non è inoltre più rinviabile sviluppare una maggiore concorrenza, colmando il divario di competitività che su molti fronti ancora separa l’Italia dal resto d’Europa; occorre, pertanto, intervenire per ridurre le rendite monopolistiche assicurando dinamiche competitive ed agendo sulle criticità connesse alla mancata piena applicazione del principio di concorrenza, che ha un valore cruciale nel settore del recupero e del riciclo. La semplificazione del quadro normativo e amministrativo, la tutela del mercato e gli investimenti nell’innovazione degli impianti di recupero di materia prima secondaria/end of waste dai rifiuti, restano quindi gli obiettivi principali.

Cosa si sente di dire, ai cittadini, agli operatori del settore ed alla classe politica per facilitare le attività di questi impianti che, ricordiamolo, svolgono servizio di pubblica utilità?

Sono necessari percorsi di sensibilizzazione rispetto all’economia circolare, con spazi formativi ad hoc a partire dalle scuole. Si costruiscono così le fondamenta per sviluppare, diffondere e consolidare corretti comportamenti civici e la consapevolezza di come il recupero di materia sia un fattore determinante per l’ambiente e per la nostra economia. Nel complesso, a livello istituzionale e politico, occorre che dalle politiche e dai principi generali si passi a creare condizioni operative che permettano la concreta attuazione delle azioni necessarie alla transizione verso un’economia circolare. Il baricentro di questo processo deve risiedere nella concorrenza, che ha un valore cruciale nel settore della gestione dei rifiuti, nella misura in cui è idonea a garantire adeguati sbocchi di mercato a input produttivi che, realizzati attraverso le attività di recupero e riciclo, possono sostituire input realizzati in materia prima vergine. Questo modello circolare contribuisce a rendere più efficiente l’utilizzo di risorse scarse, garantire competitività e il rispetto degli obiettivi fissati dalle direttive europee.